Alla mostra “Il ritratto veneziano dell’Ottocento” presso la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Venezia.
Giovedì 21 marzo, in treno, partenza da Belluno ore 8.20, rientro a Belluno ore 19:47.
Info e prenotazioni.
Adesioni entro martedì 19 marzo a luisacoin@hotmail.it o con messaggio whatsapp al 348 0976884.
Biglietti: Ca’ Pesaro € 11,50; Palazzo Mocenigo € 7,50.
Come annunciato nel corso della conferenza di Enrico Colle sugli “Interni di Palazzi Veneziani dell’Ottocento”, secolo a cui si riferisce la mostra dei ritratti dell’Ottocento di Ca’ Pesaro, vi proponiamo una giornata a Venezia per visitare la mostra allestita in alcune sale della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, nella quale fra l’altro sono in mostra anche i Costumi e i Gioielli della comunità MIAO della Cina del Sud.
A breve distanza da Ca’ Pesaro, potremmo trasferirci nel Museo di Palazzo Mocenigo Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo.
A scelta di ciascuno dei partecipanti, in zona sarà possibile consumare uno spuntino.
CA’ PESARO
Il grandioso palazzo, ora sede della Galleria Internazionale d’Arte Moderna, sorge nella seconda metà del XVII secolo, per volontà della nobile e ricchissima famiglia Pesaro, su progetto del massimo architetto del barocco veneziano, Baldassarre Longhena, cui si devono anche la Chiesa della Salute e Ca’ Rezzonico.
I lavori iniziano nel 1659 a partire dal versante di terra. Il cortile caratterizzato dalle originali logge risulta completato entro il 1676; la prestigiosa facciata sul Canal Grande raggiunge il secondo piano già nel 1679. Alla morte di Longhena nel 1682, i Pesaro ne affidano il completamento a Gian Antonio Gaspari che lo porta a termine certo entro il 1710, rispettando sostanzialmente il progetto originario.
Sontuoso e imponente, ma di struttura armonica e organica, il palazzo è arricchito costantemente, già durante i lunghi anni della costruzione da un altrettanto importante apparato ornamentale degli interni. Di esso, il palazzo conserva ancora oggi alcuni decori a fresco e a olio dei soffitti; tra essi il soffitto di G.B. Tiepolo con Zefiro e Flora trasportato da qui al Museo di Ca’ Rezzonico nel 1935.
Ma ben più cospicue risultano dai documenti d’archivio esser state le collezioni della famiglia Pesaro, che annoveravano numerosissime opere di artisti tra cui Vivarini, Carpaccio, Bellini, Giorgione, Tiziano, Tintoretto, oltre ai più noti artisti del Seicento e del Settecento veneziano. Questo ingente patrimonio risulta disperso definitivamente entro il 1830, anno di morte dell’ultimo dei Pesaro, che ne ha venduto all’asta a Londra la maggior parte. Dopo i Pesaro, il palazzo passa ai Gradenigo, poi ai Padri Armeni Mechitaristi, che lo utilizzano come collegio. Acquistato infine dalla famiglia Bevilacqua, diviene proprietà della duchessa Felicita Bevilacqua La Masa. Si deve a lei il lascito e la destinazione del Palazzo a Galleria di Arte Moderna.
PALAZZO MOCENIGO
Nella pianta di Jacopo de’ Barbari (1500) l’edificio si presentava a base pressoché quadrata con cortile al centro. In seguito il palazzo venne progressivamente ampliato (i discendenti di Nicolò acquistarono delle proprietà adiacenti la loro) e ristrutturato. L’aspetto che conserva attualmente risale probabilmente all’inizio del XVII secolo, ma non si ha alcuna notizia circa i tempi di esecuzione e non se ne conosce l’architetto. Le due facciate esterne, sulla strada (salizàda) e sul canale di San Stae, sono caratterizzate dalle ampie “serliane”, finestre ricorrenti nell’architettura veneziana del XVII/XVIII secolo. Si tratta di trifore con l’apertura centrale ad arco e le due laterali più basse a trabeazione, che consentono, tra l’altro, l’alternarsi di piani nobili e ammezzati.
Il prospetto sulla salizada rispecchia un gusto più tardo rispetto a quello sul canale, presentando delle linee seicentesche. Il prospetto sulla strada, da cui oggi si accede al palazzo, evidenzia un prolungamento sul lato sinistro, frutto di acquisizioni di edifici adiacenti.
La struttura interna è quella tipica delle abitazioni patrizie veneziane, con il grande salone centrale (pòrtego) passante e destinato alle funzioni di rappresentanza, ai cui lati si affacciano le altre stanze. Abitato dai Mocenigo fino a tempi recenti, il palazzo conserva al primo piano nobile affreschi e arredi di gusto rococò o neoclassico risalenti perlopiù alla seconda metà del Settecento. Di particolare rilievo gli affreschi dei soffitti realizzati nel 1787 per le nozze del nipote di Alvise IV con Laura Corner. Notevoli anche le porte in radica e le cornici in legno intagliato e dorato.